Che Il Cairo sia una delle più grandi megalopoli del mondo non se ne può negare l’evidenza. Ed è certo che il business – specie in settori come le telecomunicazioni è assai fiorente.
Analogamente, negli ultimi anni, a causa delle persistenti tensioni politiche, la città stessa è stata una delle mete meno ambite da passeggei, fossero essi businessmen o semplici turisti.
Le compagnie aeree ed in particolare British Airways – che ha profonde relazioni con l’Egitto per via del suo passato coloniale – hanno sempre venduto ottimamente i propri biglietti da e per la capitale, ma essa stessa ultimamente ha vissuto la “crisi” della rotta.
Dunque sarebbe lecito aspettarsi che Cairo non sia una delle mete più gettonate da milano nel network Alitalia.
Con mia grande sorpresa, sul volo di stamattina da Linate per Fiumicino sembra che tutto il mondo vada al Cairo. Un A320 con ben 16 passeggeri diretti al carico, di cui ben 5 (su 7) di business class (anzi… di Comfort class) sono un segnale importante e che forse meriterebbe di essere analizzato di più, pensando forse all’idea che ci sia spazio per un rafforzamento dell’operatività della rotta.
Ma il quesito più interessante è il seguente: fatto salvo che nessuno sano di mente deciderebbe di fare una vacanza nel caldo sole del Mar Rosso (Hurghada e Sharm el Sheik) affrontando via terra il viaggio dal Cairo, cosa spinge tutte queste persone di sabato mattina a recarsi nella capitale egiziana, dove comunque i torbidi politici e le situazioni poco piacevoli possono verificarsi per via della situazione contingente?
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